Un amico di Costello, Frank Rizzo,che rimase legato a lui da stretta amicizia per tutta la vita e ch’egli chiamava “ il Professore” ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Lauropoli,il paese natale di entrambi. Un grazioso e lindo villaggio splendente nel sole di Calabria. Ma la Calabria è una regione dal clima caldo e secco,che trasforma ogni più piccolo lembo fertile di terra in un’arida pietraia bruciata .Per secoli i contadini hanno lottato vanamente per strappare un tozzo di pane ai dirupi sassosi che circondano il villaggio. Il Professore scrisse molte lettere all’avvocato di Costello (George Wolf ) che gettavano una luce particolare sul paese e gli antenati di Frank.
Lauropoli vanta una storia singolare ,che il Professore così racconta :
La piccola frazione del Comune di Cassano Ionio,sorge su un’alta collina di fronte al Mar Ionio,dove una volta si elevava l’Acropoli di Sibari.
Sibari fondata dai Greci era la città più ricca della Magna Grecia.
Le rovine dell’Acropoli di Sibari, furono usate come < campi da pascolo per armenti e greggi >dal Medioevo fino al 1776 .
La Marchesa Laura Serra, proprietaria di duemila acri di terreno nella regione diede ordine di costruire sulle rovine dell’Acropoli,quaranta piccole casette a una sola stanza. E a questa piccola città, costruita a forma di croce,diede il suo nome Laura-poli che in greco significa città di Laura. Costruita la città aveva bisogno di gente che ci vivesse, e col consenso del Re di Napoli, emanò un editto:
“ Chiunque abbia dei guai con la Giustizia, o e ricercato dalla Legge,è libero di venire ad abitare nella nuova città di Lauropoli dove lui e la sua famiglia avranno una bella casa,lavoro e piena protezione”
In poche settimane numerosi uomini e donne vennero a Lauropoli da ogni parte del Regno di Napoli; erano per la maggior parte piccoli criminali che avevano bisogno di asilo e protezione.
Il fatto che Frank Costello, il futuro capo del crimine organizzato negli Stati Uniti,sia nato in un villaggio fondato da fuorilegge,è una ben strana coincidenza.
Il padre di Frank ,Luigi Castiglia,fu chiamato sotto le armi nel 1865 e combatté con la legione di Garibaldi per il nuovo Regno d’Italia. Si distinse nella battaglia del Tirolo, ottenne una medaglia al valore e una pensione vitalizia di dieci lire al mese. Nel 1870 sposò Maria Saveria Aloise.
La madre di Costello come la descrive il “Professore” :” era una donna assai sensibile e molto intelligente,benché analfabeta. Era robusta e tarchiata con una selva di capelli neri pieni di forcine,una donna mascolina con un naso adunco e il colorito scuro come suo figlio Frank.
Ebbero sei figli, quattro femmine e due maschi; Eddie il maggiore e Frank. Luigi Castiglia dopo il servizio militare, era tornato a fare il contadino,ma non riusciva a mantenere la famiglia. Era una zona poverissima e gli abitanti vivevano in grande miseria. Ma si diceva che al di là dell’Atlantico si trovava una grande terra fertile e verde, che accoglieva volentieri gli immigrati. Fu così che nel 1895 Luigi Castiglia si imbarcò per l’America, portando con sé le figlie e il figlio maggiore. Le lettere che scriveva, delusero la moglie: era da sei mesi negli Stati Uniti e non aveva ancora trovato lavoro. Finalmente Luigi scrisse che non aveva abbastanza denaro per ritornare a casa, così Maria sarebbe dovuta andare lei con piccolo Frank nella nuova terra: “Vendi tutto”. Scriveva. “Anche i lenzuoli, se occorre, anche se devi prendere in prestito qualche lira, vieni in America”. Luigi, un uomo che non riusciva neppure a trovare un lavoro, continuava tuttavia a pensare che l’America fosse il paese delle grandi possibilità. La lettera arrivò in un giorno speciale per suo figlio. Frank, che aveva cinque anni, era andato alla grande tenuta, verdeggiante di boschi, del barone Francesco Compagna per rubare fragole selvatiche e fiori. Il nonno di Frank era il capo dei guardiacaccia nella tenuta. Improvvisamente apparve un gruppo di cacciatori e uno di loro, il più piccolo di statura, chiese che cosa faceva quel ragazzino nel bosco. Frank gli rispose prontamente che era il nipote del guardiacaccia e stava aiutando a guardare le terre del barone. Il piccolo uomo, che era il re d’Italia, sorrise con aria d’intesa e si rivolse al guardiacaccia, che era lì accanto inquieto e nervoso. “Ecco cinque lire”. Disse il re. “Comprate al ragazzino un costume alla marinara. Il vostro nipotino ha dello spirito”. Pochi giorni dopo, nell’agosto del 1896, Frank tenuto per mano dalla madre, si pavoneggiava in un abitino alla marinara nuovo di zecca. Partivano per l’America. Si profilava già in lui quell’istinto che lo avrebbe portato ad incontrarsi, e ad accordarsi, con le persone “della miglior società”.
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1 anno fa
2 commenti:
che riposi in pace Zio Frank Rizzo
rest in peace uncle Frank xoxo
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