lunedì 2 marzo 2009

ADESSO E ACCESSO !

Forse e tempo di discutere del Sud e di tutti i suoi problemi,con Meridionali residenti,emigrati al Nord e nel resto del Mondo. Gente comune che prova sulla sua pelle il disagio ,di essere rappresentati da politici finti meridionalisti incapaci e cialtroni ! Una “questione meridionale” non più come ritardo e degrado, ma come disagio e disastro. Non mi sembra un aspetto marginale, dato che "ritardo e degrado" sono indicativi di un approccio razzista, discriminatorio (visto che ci sono anche delle notevoli falsificazioni storiche alle spalle) mentre termini come "disagio e disastro" sono delle mere "fotografie dell'esistente" e sono l'unica base condivisa (ormai) sulla quale si possa iniziare a discutere.
Argomenti di discussione sono tanti a partire dall’ inettitudine e responsabilità dei gruppi dirigenti politici, ma anche di tanti operatori e professionisti subalterni alle amministrazioni di turno quella che è la situazione di un’intera terra, dominata da scambi clientelari, da appartenenze legate ad interesse, da affarismi amorali e immorali, da iniziative portate avanti in nome del proprio particolare. Tanti, molti, visibili e invisibili, giocano, drammaticamente, con il medesimo mazzo di carte. Famelici e assetati attrattori di fondi pubblici sottratti ad operatori onesti e volenterosi costretti a destreggiarsi in un territorio inquinato e devastato ! Povera terra devastata da nuovi barbari arricchiti o in cerca di ricchezza, senza sapere bene come, spesso con la violenza e il malaffare. Senza meriti. Senza altre qualità che quelle dell’imbroglio e dell’inganno. Povera e bella terra assediata e saccheggiata da chi non fa che esaltarne le bellezze e intanto pensa a profitti facili e veloci. Terra di sole e di mare con i piani per i villaggi turistici organizzati dai dirottatori di denaro pubblico, mentre i turisti fuggono dalle spiagge ridotte ad una pattumiera da depuratori miliardari mai messi in funzione. Pianga e s’indigni, rifletta e analizzi chi può, chi ha ancora forza, perché quello che domina è il silenzio. Silenzio devastante, ammiccante, ben calibrato di chi ha voglia di “depistare”, di fare volgere lo sguardo altrove.
Mentre leggiamo con sgomento i giornali e ci rendiamo conto che al peggio non c’è mai fine (e non sappiamo cosa altro temere) siamo avvolti da scomposti rumori e da un sostanziale, incomprensibile silenzio, appunto. Essere privati del futuro, essere allontanati dalle attività produttive, controllati nei tribunali, impediti nella libera concorrenza, vivere sotto un regime dittatoriale non dovrebbero bastare a suscitare almeno una qualche indignazione? Invece nulla da dire. Nulla da dire i politici e gli amministratori del Sud dell’Italia quelli che pronunciano fiumi di parole per sostenere verifiche e controverifiche, per mai amministrare. Nulla da dire i rappresentanti delle professioni e delle categorie che si limitano a doverose difese corporative e di ufficio. Nulla da dire i giovani più o meno organizzati e che si sono adattati alla stagnante situazione delle province più addormentate d’Italia.
Nulla da dire i tanti professionisti le cui competenze sono messe a dura prova dai colleghi che li soffocano e li opprimono con la loro pratica, fuori dalle regole, di attrarre fondi, ottenere finanziamenti europei o regionali, costruire villaggi ed ecomostri che poi provocano disastri o ricchezza per pochi furbetti. Nulla da dire i deputati e senatori meridionali se non sterili ed innocue interrogazioni parlamentari, pensando di cavarsela con le congratulazioni agli eroici protagonisti di un’ iniziativa di polizia e giudiziaria e con l’augurio rituale che le indagini continuino. Nulla da dire i rappresentanti delle associazioni di categorie, spesso oltremisura loquaci e che adesso non rilasciano nemmeno generiche dichiarazioni di consenso alle iniziative spontanee di Cittadini ormai costretti all’insorgenza. Parole come democrazia, libertà, legalità, libera impresa, scuola come centro di sapere, tribunale, inteso come luogo di Giustizia e non come sede in cui le regole processuali possono venire stravolte, non sembrano avere più un senso, non sono più nemmeno evocate.
La nostra sindrome degli assediati è di sentirci, addirittura, offesi soltanto perché qualcuno ci ricorda quello che tutti sappiamo e che sopportiamo con dolore. Ci preoccupiamo più delle immagini negative sul Sud e non di chi le crea con i suoi comportamenti.

Oggi in tempi di Show Business,di Auditel,di Reality Show, di Format, di dibattiti politici con i soliti attori rissosi e pieni di superbia sarebbe opportuno riproporre le trasmissioni dell’Accesso dove comuni Cittadini possano esercitare il diritto democratico di critica e rivendicare i propri Diritti Costituzionali.

Nessun commento: