mercoledì 18 febbraio 2009

Di Antonio Ciano
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La crisi della partitocrazia e del capitalismo becero e senza regole sta crollando pezzo dopo pezzo. Dopo gli Abruzzi è toccato alla Sardegna.


Più la crisi avanza, più il Partito del Nord cresce. La gente non va a votare e si canta vittoria, comunque.
Il popolo ormai è stato annullato, come annullate sono state le volontà cerebrali dei meridionali. Il voto è condizionato dalle tv di regime, le vere vincitrici delle elezioni sono le emittenti del boss mediatico per eccellenza, e finchè questo stato di cose rimane, Berlusconi arriverà all’80 per cento dei consensi. La verità è che in Italia vi sono due partiti, il PDL e il PD, insieme arrivano al 53 per cento in Abruzzo e ad una percentuale di poco più alta in Sardegna. Entrambi i partiti difendono gli interessi Tosco-padani.
Il Pdl difende a spada tratta gli interessi del suo capo, ossia le televisioni Mediaset, Madionalum, e tutto ciò che ruota attorno al l gruppo milanese, come difende gli interessi degli industriali padani, delle banche padane continuamente finanziate dai fondi che avrebbero dovuto essere una boccata d’ossigeno per le infrastrutture meridionali. Il PD difende gli interessi toscani e romagnoli ( coop, Unipol, Conad, Todis, Monte dei paschi di Siena, ecc ecc.).
Sono due partiti, con la Lega e An, Rifondazione, La Destra che ruotano attorno a quegli interessi.
Manca all’appello il Partito del Sud e per partito del Sud non intendiamo solo il nostro, intendiamo la costellazione dei vari movimenti meridionali che, da sempre, non sono capaci di coagularsi. Perchè?
Perchè il Sud non riesce a lanciare i suoi strali su chi ha determinato la morte economica e politica del Mezzogiorno d’Italia?
Una volta la Sardegna era un’isola ubertosa, fertile, le sue sorgenti erano copiose e l’acqua scendeva a valle per irrigare i campi. Qualcuno è salito in cima alla montagna dove nasceva la sorgente, deviò la vena d’acqua che, anno dopo anno, si assottigliava sempre più. Ogni contadino pensava a fottere l’acqua al vicino. L’acqua non arrivo pù ai loro campi. Tutti si chedevano chi fosse stato a deviare la vena d’acqua,ma anzichè andare sulla montagna, a scovare il vero criminale, litigavano fra loro. Si accusavano l’un laltro, ma l’acqua continuava a mancare, il criminale continua, ancora oggi, ad ingrassare.

In questi giorni Gaeta è stata protagonista di eventi che toccano il cuore di ogni meridionale,l’amministrazione non si è accodata al codazzo disempre, ha pensato diversamente, ha pensato di istituzionalizzare ciò che altri, mai si son sognati di fare: la memoria del Sud, che sarà celebrata ogni 13 di febbraio da parte del comune. Questo discorso non è piaciuto ai finti borbonici, ai finti meridionalisti. Il convegno borbonico è stato un flop,i ristoratori si sono lamentati, si canta la solita messa di ogni anno.
C’è chi pensa al proprio partito, chi al proprio ristorante da riempire a 120 euro a cranio, c’è chi pensa alla propria tasca. Legittimamente.
I veri briganti si sono appartati, hanno pagato 18 euro a cranio, e non sono andati nemmeno al convegno, tanto , lì si son dette le cose di sempre.
I Briganti hanno parlato per 5 ore.
Come risollevare le sorti del Sud? Come ? Quale la strategia? Quale il punto di arrivo? Vogliamo anche noi del Sud poter parlare alla gente? Come fare?
Il boss della PDL ha tre portaerei, noi non abbiamo nemmeno un canotto, e continuiamo ad azzuffarci, si salvi chi può!
Noi litighiamo per salvarci dalla tempesta televisiva, il canotto va a fondo con una “margiata”, le portaerei tuonano, sparano cannonate più potenti di quelle di Cialdini.
Sapete chi è il nemico del Sud?
La giunta comunale di Gaeta, quella che ha osato denunciare in consiglio comunale le malefatte del Risorgimento, quella che sta tentando di denunciare i Savoia, quella che ha dato dignità ad una bandiera issata sulla porta Carlo III dal primo cittadino della città, mentre i finti borbonici si stavano sgozzando nelle trattorie di regime di Gaeta facendo issare la nostra bandiera da vecchi giacobini, oggi pentiti.
Ciò ci fa piacere, e quando il primo cittadino di Gaeta si permette di dire che “secondo alcuni storici i borbone erano avari” perchè avevano arricchito le casse del Nord, viene redarguito dagli scribacchini del luogo.
“Raimondi dice basta con il passato Borbonico” questo il titolo di un giornale di Feccia Italia, liberale e massonico, messo in bella mostra dalla stampa mediatica, ormai anch’essa di regime.
Continuate così, andremo tutti lontani, forse all’inferno.
Un sindaco che fa del 13 febbraio giorno della memoria del Sud, che issa la bandiera delle due Sicilie sul più alto pennone della piazza è un traditore, è come gli altri.
I Gaetani stavano in piazza con Raimondi,qualcuno stava in cima al monte a tagliare la vena che doveva portare l’acqua a valle per irrigare le coscienze aride,assopite.
Ciano era in piazza con il suo sindaco,con i gaetani che applaudivano, piangeva vedendo quella bandiera issata dopo 148 anni dal primo cittadino di Gaeta dando dignità ai Borbone, ai briganti che combatterono per il Sud.
L’amministrazione di Gaeta, come mai era successo, ha dato dignità al Sud, lo ha dimostrato il 14 febbraio del 2008, il 6 dicembre del 2008 ed il 13 febbraio del 2009.
A qualcuno dei presenti sulla montagna ciò ha dato fastidio.
L’acqua sta sgorgando di nuovo, sta irrigando quella che una volta era una valle ubertosa. Il progetto Avir sta per prendere il largo, e così il Pua, e così i Beni Demaniali che i piemontesi ci hanno fottuto.
Qualche montanaro si è indignato per questo. Avevano deviato la vena d’acqua assieme alla destra e alla sinistra, volevano ingozzarsi affamando i gaetani e si sono incazzati. La stampa di regime ha fatto il resto.

Fonte:ReteSud

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