"Un Partito? Possibile"di SALVO CATALANO
Forza d'urto dalla prossima settimana torna in piazza ma promette di non creare disagi ai siciliani. Saranno bloccate solo le autocisterne di benzina destinate al Nord. Lombardo si dice contrario alle azioni di forza, ma il movimento medita di trasformarsi in partito
Slitta di "quattro-cinque giorni" per "motivi organizzativi" la protesta del Comitato 'Forza d'urtò che ieri aveva annunciato da lunedì prossimo presidi ai pontili delle raffinerie siciliane per impedire al carburante di uscire dall'Isola. La decisione è stata resa nota dal presidente del comitato, Mariano Ferro. Diversità di vedute sull'attuazione della protesta erano già emerse ieri sera a Catania al termine di una assemblea organizzata dal comitato.
"Dobbiamo decidere - ha detto Ferro - come attuare i presidi. L'obiettivo era rimettere in moto la protesta. Noi andiamo avanti. Vogliamo entrare nelle aule consiliari dei comuni siciliani - ha concluso Ferro - e oggi alle 18 prenderemo parte ad una seduta di consiglio comunale aperta in programma nel municipio di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta".
I forconi avevano annunciato di non voler "fare uscire dall'Isola nemmeno una sola goccia di carburante". Dalla prossima settimana verranno allestiti i blocchi davanti alle quattro raffinerie siciliane: Priolo, Gela, Milazzo e Termini Imerese. Nessun ulteriore disagio - giurano - ai cittadini siciliani, già pesantemente danneggiati da dieci giorni di blocchi stradali. Nel mirino di Forza d'Urto anche le sedi della Serit, Agenzia delle entrate e municipi.
Ma i Forconi guardano oltre e il leader Mariano Ferro non esclude la formazione di un nuovo partito. "È un'ipotesi in campo" ha detto Ferro. Di una decisione "assurda" parla il governatore
Raffaele Lombardo. "Stiamo lavorando ad altissima velocità - ha commentato Lombardo - per venire incontro alle loro esigenze, ma bloccare l'economia e le fabbriche sarebbe assurdo e sbagliato, e pagherebbero solo i siciliani. Io stesso che produco agrumi da un tipo di arance che vendevo a 70 centesimi, non so se ne ricaverò 25, perché nel frattempo chi le commercializzava ha perso i suoi clienti per via dei ritardi".
Si è già messa in moto la macchina organizzativa del Movimento: in numerose città, soprattutto nelle province di Siracusa e Ragusa, da qualche giorno sono stati allestiti gazebo in piazza e organizzati incontri con la popolazione. Come a Priolo, dove i manifestanti sono pronti a trasferirsi dalla piazza alla raffineria. Dalla prossima settimana, i presidi torneranno ad essere più capillari e, promettono i Forconi, "a tempo indeterminato".
La decisione ufficiale è arrivata ieri sera, a seguito di una partecipata assemblea che si è svolta al centro fieristico Le Ciminiere di Catania. Un incontro voluto dal Movimento dei forconi, a cui hanno partecipato anche Giuseppe Richichi, a capo degli autotrasportatori dell'Aias e una rappresentanza dei pescatori siciliani. Richichi tuttavia ha preferito prendersi "quattro, cinque giorni di tempo per decidere cosa fare".
"Ci siamo stancati di essere presi in giro - ha detto Mariano Ferro, portavoce dei Forconi - abbiamo saputo dei tavoli tecnici dalla stampa. Non torneremo a fare i blocchi stradali, ma non per questo molliamo la protesta: non vogliamo fermare questa macchina che non si vedeva da secoli".
Ieri mattina il governatore Raffaele Lombardo, anticipando le mosse di Ferro e compagni, aveva affermato di non essere più disposto a "diventare un alibi" per nuove manifestazioni. "Ho avuto la sensazione - ha detto Lombardo - che chi protestava era prevenuto sui risultati dell'incontro che avrei avuto col premier Monti a Roma. Parlo a tutti i siciliani e non solo a chi ha avuto la sua foto sui giornali e cerca sempre più consenso". La replica di Ferro è arrivata in serata. "Lombardo - ha affermato - è scivolato su una buccia di banana. Noi non abbiamo bisogno di divertirci, rappresentiamo una parte dei siciliani, quella parte che lavora e non guadagna".
A rischio anche i principali porti siciliani. L'assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari ha iniziato le procedure per il pagamento del saldo dei contributi per il caro gasolio relativo agli anni 2009 e 2010. Ma il fondo previsto di circa 2 milioni e 400 mila euro non basterà a fermare le azioni dei pescatori. In attesa della manifestazione nazionale di giorno 7 a Roma, il presidente dell'associazione regionale dei pescatori Fabio Micalizzi ha annunciato "il blocco dei porti a Catania, Palermo, Siracusa, Messina e Termini Imerese".
Lunedì scorso il presidente del Consiglio Mario Monti ha firmato il decreto che prevede entro i primi dieci giorni di febbraio l'apertura di due importanti tavoli tecnici: quello sul federalismo fiscale e quello su agricoltura e trasporto. Ma i Forconi non si fidano e chiedono di partecipare agli incontri.
"Vogliamo - ha spiegato Ferro - che a decidere sul futuro dei nostri figli sia chi, come noi, paga le tasse. Se non vedremo fatti concreti non crederemo alle promesse, quindi subito i tavoli tecnici con noi". Mentre continuano a suscitare polemiche le parole del presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello sulle infiltrazioni mafiose nel Movimento. "A Lo Bello non rispondo - ha spiegato il leader dei Forconi - dico solo che bastava essere più chiaro e dire che bisognava stare più attenti. Noi non conosciamo quella persona che è stata arrestata a Lentini". Nei gazebo verrà avviata una raccolta firme per chiedere l'attuazione integrale dello Statuto siciliano.
(03 febbraio 2012
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